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Valdigne, il mio primo trail PDF Stampa E-mail
Mercoledì 18 Luglio 2007 00:09

Ecco il mio racconto di questa splendida “avventura” durata 16 ore e 5 minuti, lungo gli 84 km del Gran Trail Valdigne.

 

RG


Prologo
Il 2 giugno ero con altri Falchi alla partenza del Gran Raid du Cro-Magnon. Era la mia prima Ultra-Trail, 102 km da Limone Piemonte a Cap d’Ail – Montecarlo. La preparazione invernale e primaverile era stata intensa: maratone, 50 km, “lunghi” fino a 8 ore.
Purtroppo il Cro è andato come andato: bufera di neve in quota e gara sospesa al 15° km… La delusione era tanta, io e i miei compagni aspettavamo con ansia questo giorno. Sulla strada verso casa però balenava già in testa un’idea. E’ un peccato sprecare tutta la preparazione…

Il Gran Trail Valdigne
Su internet avevo trovato informazioni su una gara che avrebbero organizzato a metà luglio a Courmayeur, è la prima edizione, il percorso è 70 km con 5000 m di dislivello positivo. Sono tanti, pensando che al Cro il dislivello è di poco maggiore ma i chilometri sono molti di più!
Saltata la Cro, perché non andare in Valdigne? Ricevo subito i consensi dagli altri: Pizza, Loris, Ale.
Così eccoci iscritti. Alla fine saremo in 300 al via di questa prima edizione.
Partiamo per Courmayeur venerdì sera. Subito due news. La prima: Ale ha un ginocchio infiammato e non verrà con noi, che sfortuna! La seconda: al Pizza hanno riferito che la lunghezza esatta della gara è di 84 km e non di 70, avevano sbagliato a misurarla. Pensiamo ad uno scherzo ma a Courmayeur riceveremo la conferma.
Dormiamo in una palestra di Morgex e la notte scivola via veloce. Alle 7 in piedi, raccogliamo i sacchi a pelo e via a Courmayeur a ritirare i pettorali.
Ora c’è la pratica colazione da sbrigare: un bel the caldo e un panino col prosciutto e la classica “visita” del bagno del bar.
Poi siamo di nuovo nella palestra di Courmayeur a ultimare i preparativi prima della partenza. Vado di abbondanza con l’ossido di zinco: interno coscia e ascelle. Mi accorgerò cammin facendo che sarà necessario anche in altre zone del corpo. Vista la giornata splendida di sole, abbondo anche con la crema protettiva.
Finisco la preparazione dello zaino: il materiale obbligatorio c’è (frontale, telo termico, fischietto, banda elastica), acqua ne ho (2 litri nel camel-bag), vestiario di ricambio (giacca in gore-tex, maglia manica lunga, fuseaux ¾, guanti, calze). Di cibo ne ho in abbondanza: barrette energetiche, frutta secca, bustine di fruttosio, miele, caramelle… Nelle tasche dello zaino ho pure una borraccia di sali e una bottiglia di Coca-Cola. Anche i bastoncini sono pronti.

La gara
La concentrazione è alta. Alle 10 si parte dalla piazza di Courmayeur. Il filone di atleti si sgrana sulle prime rampe verso il Col de Licony. La prima salita è senz’altro la più dura. Pur andando ad un passo tranquillo ho già le gambe di legno. Devo tenermi sul bordo del sentiero, far passare chi da dietro arriva con passo sostenuto. E’ per me il momento più duro della gara, sia fisicamente che moralmente. Si concretizza nella mia testa la volontà di fermarmi a metà gara. “Arrivo a Morgex, dopo i miei 40 km di gara e che nessuno mi parli più di gare lunghe!”. Continuo a bere, mangio del fruttosio ma la fatica è sproporzionata rispetto alla mia andatura. L’unica consolazione è lo spettacolo che offre la natura: il Monte Bianco e le Grandes Jorasses che sembrano lì a portata di mano.
Gli ultimi metri prima del Colle sono anche più duri. Scollino dopo due ore, sembra passata un’eternità. Mi fermo, mangio una barretta, bevo i sali e riparto con passo incerto. Finalmente comincia la discesa ma scendo con tranquillità. Al ristoro dell’alpe Licony trovo gli amici della San Pellegrino.
Riparto corricchiando. Sarà stato il ristoro, sarà il leggero falsopiano, comunque finalmente riesco a correre con una certa regolarità. Arriviamo a Planaval, pieno di liquidi e frutta disidratata e via con la seconda salita. Pian piano il mio morale cambia: “Dai che forse a Morgex non mi ritiro!”. Il caldo ora comincia a farsi sentire ma presto sono al Colle Fetita e poi sull’omonima punta: lo spettacolo è stupendo.
La seconda discesa è lunga ma finalmente sto bene e riesco a correre con relativa freschezza. Si passa dal ristoro di Charvaz e dopo 1h20’ siamo alle case di La Salle. Ora un po’ di asfalto e un po’ di mulattiere pianeggianti mi fanno avvicinare a Morgex.
Ad 1 km da Morgex raggiungo il mitico Popo, al secolo Emilio Sala. Per lui è un rientro alle gare. L’anno scorso doveva fare il Giro del Bianco, due anni fa ha fatto la Cro-Magnon. Corriamo insieme fino al ricco ristoro di Morgex. Io prendo un bel brodo caldo, bevo un sacco tra sali, Coca e acqua. Popo si mangia un bel piatto di pasta.
Ripartiamo, andiamo allo stesso ritmo e quindi decidiamo di proseguire assieme. La stanchezza nelle gambe comincia a farsi sentire.
Dopo un sali e scendi, comincia finalmente la terza salita: altri 1300 m verso il colle Croce. Ci sono tratti veramente ripidi ma io e il Popo procediamo di buon passo. Ristoro e subito dopo lo spettacolo del lago d’Arpy. Purtroppo troviamo ad Arpy Manu: per lui la gara è finita qui, dopo 52 km, causa problemi di stomaco.
Con non poca fatica arriviamo ai 2381 m del Colle Croce alle 20.45 e prendiamo anche la discesa ad un buon ritmo. Arriviamo al ristoro di La Thuile poco prima che faccia buio. Un altro bel pasto caldo (pasta in brodo), tante facce segnate dalla fatica. Ci prepariamo per l’ultima salita dove non saremo più accompagnati dalla luce del sole. Maglia a manica lunga, frontalino e via, inghiottiti dalla notte. Il percorso è segnato a meraviglia. Bandierine con cartelli rifrangenti ci indicano la traccia da seguire. Si alternano tratti ripidi e tratti meno ripidi sulla strada poderale. Poco dopo il ristoro dell’alpe Youlaz vediamo una luce 500 m sopra di noi: è il Colle Arp. Popo ed io procediamo ancora bene, rifiatiamo un attimo, ci godiamo la tranquillità irreale di queste vallate e finalmente arriviamo all’ultimo scollinamento.
La mezzanotte è passata da quindici minuti e per noi comincia l’ultima discesa. Le gambe sono affaticate, la stanchezza affiora e quindi scendiamo lentamente il primo tratto roccioso. Poi il sentiero si fa meno ripido ma riprendere a correre non è facile! Facciamo qualche metro di corsa giusto per cercare di sciogliere un po’ le gambe. Perdiamo lentamente quota e finalmente vediamo in lontananza le luci di Courmayeur. I 10 km dell’ultima discesa non finiscono mai, alla fine c’è una serpentina infinita di tornanti che ci conduce a Courmayeur. Ecco l’asfalto, la gente ci incita, io, Popo e un ragazzo che ci ha raggiunti in discesa cominciamo a correre, come se fossimo partiti da 5 minuti!
L’ultima curva, l’ultimo sforzo, ecco il Centro Sportivo, il traguardo: è fatta!
La stanchezza è tanta, la soddisfazione di più. Sedici ore e cinque minuti di fatica, ma soprattutto tanti momenti da ricordare!
Doccia, massaggi, pasto e cerco di dormire un pochino. L’adrenalina è ancora in circolo e i dolori ai muscoli scivolano in secondo piano rispetto al senso di appagamento e di felicità che mi pervade.
Vediamo il Pizza, ha fatto un garone, 11° in 13h30’. L’amico Preda purtroppo si è ritirato. Melacarne è soddisfatto. Giovannino arriva anche lui sotto le 17 ore. Loris stringe i denti e con orgoglio arriva in 18h30’.

Concludendo…
Mi sono accorto che mi sono un po’ dilungato. Sicuramente le cose da raccontare erano e sono tante…
Che dire: è stata un’esperienza bellissima, sport vero, tu da solo con le tue forze e le tue energie. Devi saperti dosare, capire i segnali del tuo corpo, reagire ai momenti di difficoltà, mantenere la lucidità. Sinceramente sul sentiero della prima salita mai avrei pensato di riuscire ad arrivare a Courmayeur. La mia soddisfazione più grande sta proprio qui: ho reagito a questo momento di “crisi” e mi sono ripreso con motivazioni ancora maggiori.
Questi momenti sono stati impagabili, un’esperienza che ti lascia “qualcosa”, hai tanto tempo per riflettere e per “ascoltarti”.
Sono contento di aver concluso questo trail, 84 km con +5100 m di dislivello. A detta di molti è più duro del Cro-Magnon. Se mi fossi ritirato probabilmente avrei abbandonato la volontà di correrne altri. Ora, invece, la certezza è che questo non sarà che il primo di altri trail!!!
Ultimo aggiornamento Domenica 22 Luglio 2007 19:46
 


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